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Inserito il - 26/12/2012 : 22:59:46  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di poeta  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di poeta Invia a poeta un Messaggio Privato
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Natale....

sono dai miei presso ostia a pranzo, ma sono in anticipo e con mio fratello decido d andare al Pontile per un caffè... il celo è un pò cupo ma non fà freddo... tempo ideale per andare in moto...

anzi no in scooter...

perchè non Prendiamo la vespetta Diego!|

Mi fratello mi guarda come se fossi suonato... dice che non l'accende da mesi, dice che ci sporchiamo tanto è impolverata, dice che è scomoda....

ma io insisto, sono annoiato ed insisto...

Ok vespa accesa al secondo colpo... mio fratello và per accendere il suo 300-cìento (leggere con inflessione dispregiativa), io lo riprendo dicendo:" Diego dico per due metri mica vorrai andare con due scooter? Sali che si và assieme come tanto tempo fà... dai è Natale!", Diego sale dietro, senza dire parola....

Ostia è un luogo strano, non ha la fobia della città, l'aria del mare dona tranquillità, sarà lo iodio, tutto è più lento, il mare in inverno... come diceva una vecchia canzone, sembra un film in bianco e nero visto alla TV, gabbiani sospesi nel vento planano acrobatici mentre consumo il mio caffè, lentamente, su di un pontile sferzato da una brezza tirata da sud...

Diego, sò bene che mi stà sopportando, il Natale lo obbliga a casa, con i parenti, lui invece con un vento così e quasi 18 gradi ambiente ora se ne starebbe volentieri in acqua con al sua tavola, non fà altro che ripetere: "tempo ideale per il Kate Surfing ma non c'è onda per il Windsurfer"... ha uno strano accento straniero quando dice queste cose, che un matusa rimbambito come me nemmeno comprende...

Saliamo in vespa, il tempo non passa mai, manca ancora al pranzo e non mi và di starmene davanti a SKY, quindi proseguo verso l'Idroscalo, mio fratello chiede dove io sia diretto, io replico che sono diretto in nessun luogo di preciso, e vado verso il canale di Fiumicino all'imbocco dell'IDROSCALO....

cavolo saranno 20 annio che non venivo da queste parti!!!

Il nuovo porto turistico non ha ancora ingoiato la pessima umanità trincerata nelle sue baracche di gesso e lamiera tra il canale e la spiaggia, recinti di vecchie reti arrugginite incorniciano microscopici giardini di vetri e fil di ferro...

dai comignoli di improvvisate stufe si leva un acre odore di plastica, bruciano in quelle stufe, canne del canneto e vecchi sugheri, tutto tranne che legna per certo.

Qui c'è solo sabbia e degrado, ovunque mi giri un' atmosfera surreale mi circonda a suo modo preziosa, perchè rara, persino la vista del mare è preclusa a questa umanità da alte muraglie di scogli anneriti dal catrame, ghetto mai marinaro ma solo disgraziato che si alimenta di segregazione, miseria e cattiveria...

Tutto per come lo ricordavo, solo mancano le bilancione sospese in bilico con il loro lungo esile ponte sorresto da vecchio sartiame sulle onde che sotto che tuonano infrangendosi sui massi ...

per certo la misera legna di cui eran fatte è stata arsa in quelle stufe di latta, o divorata dal mare, o peggio l'uomo con la sua intolleranza ha demolito queste palafitte, geniali reminescenza di usi antichi com e questi lidi... che videro Enea, il porto di Traiano, una via verso la città fatta di acque, l'antica Ostia molto più bella della attuale per certo...


Fuggiamo dal degrado, mentre due cani randagi ci urlano contro, la vespa borbotta pigra sul fondo sabbioso reso pedonabile da calcinacci affogati nel fango, sono rapito dal fascino di questi luoghi...

e mi dirigo verso la mia vera meta...

è certo ancora lì... a destra della grande torre del dazio, bellissima costruzione, italianissima e quindi abbandonata al suo destino,,, lambita dai ruderi dell'antica città, sulla via di Plinio che scompare nella pineta fra ruderi di antiche ville, sepolte dalla foresta litoranea , lì dove millenni fà, invece era la riva splendida del mare nostrum...

Eccola la stele.... quasi non la trovavo, la stele è sempre qui, ma il recinto nuovo mi ha ingannato, così come il piccolo ipocrita giardinetto che qualche intelliggentissimo Assessore ha certo avuto la bellissima idea di porre in questo luogo, di morte.

La stele pulitissima, sembra una copia, la ricordavo sporca e piene di siringhe ai suoi piedi, proprio come nel film verità "amore tossico", qui venivano i drogati a farsi una volta, era il monumento al degrado questa stele più che un simbolo, un ricordo, un luogo ameno, lontano dal perbenismo, dal comune, lontano dagli okki della genta per bene, luogo per reietti, dove una umanità scomoda, eppur vera, reale, poteva venire a morire senza sporcare troppo, senza farsi vedere...

Attorno la piccola radura polverosa, con ciuffi di salicee era il campo di gioco dei bimbi dell'idroscalo di giorno e di notte luogo per bui segreti...

Qui fu ucciso il Poeta di tanta bruttezza, colui che diede un volto a queste finestre prive di vetri, a questi cenci sporchi di umanità, colui che amò prima come Poeta e poi come pederasta quei giovani di vita, quelle vite bruciate, che avevano dentro la sincerità spietata dell'esistere nonostante tutto...

in terra flagellato il copro insanguinato...

la stele di cemento ora bianca e linda con fiorellini ad aiuola...

Pier Paolo Pasolini non sarebbe stato d'accordo, avrebbe certo voluto che quella desolazione rimanesse tale, sfolgorata di un sole pallino tra radi rifiuti di discarica...

avrebbe certo voluto vedere il suo popolo degere urinare su quella stele di cemento imbrattata e senza alcun valore, senza significato alcuno e senza targa o date... tappezzata di siringhe e scritte ingiuriose...

Sì... perchè il luogo è un simbolo, il simbolo, di ciò che l'uomo è nella sua realtà più vera e nascosta, la fotografia di una degenerazione che non è affabulazione ma realtà, seppur cruda, violenta, scomoda, presente oggi come allora.

Strappo due margheritine ipocriti, recupero un vecchio legno che il mare spiaggiò da terre lontane, con un carboncino scrivo sulla tavolozza improvvisata...

"Tra questi fiori e queste aiuole muore la poesia"

Piscio sulla stele e depongo un fiore di cardo spinoso sul gradino...

Sò che a Pier Paolo sarebbe piaciuto così....

Buon Natale Poeta.

Mio fratello non comprende, apostrofa; "sei proprio un bifolco maleducato Paolo zozzare così quel giardinetto!", non gli devo spiegazioni non può capirmi... attorno baracche sempre più rade vengono ingoiate dai nuovi cantieri portuali, presto arriveranno qui con negozi e barche milionarie, gettando nel mare ruggente dell'ìdroscalo di Ostia ogni sua degenerazione urbanistica, ogni abuso, ogni bruttezza....

con un sopruso cancelleranno ciò che è a suo modo cultura, con cose belle ciò che è bellissimo... con nuovi sogni seppelliranno la realtà....

e forse la stele di cemento verrà rimossa.... per lasciar spazio ad una fontana che lavi via persino il ricordo!

Plinio non avrebbe gradito... e nemmeno Pier Paolo... io che sono nulla semplicemnte condanno... altri invece più realisticamente già si stan domandando...

dove adremo a drogarci, dove a prostituirci, dove andremo a rintanarci lontano dalla vostra vista?

Fin qui siete venuti per cancellarci?

Ecco il mio pesniero Poeta, giungo a questa stele pellegrino, consapevole del perbenismo che mi pervade, in luoghi estranei, torno...

Luoghi ben più sporchi di un Bianco Natale, dove il buonismo di questa FESTA, non entra nei cuori arsi di rabbia e disperazione...

ma volevo solo fare un giro in vespa, e dovevo pur aspettare che venisse ora di pranzo.

Buon Natale.






PASOLINI

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