Vespa Emozioni e sentimenti 4

 

messaggio 40

Name: Violetta --LastName: n.d Age: n.d.--

Una volta io andavo sulla vespa azzurra del mio papà per le strade della campagna di casa sua. Facevamo le strade battute che avevano sempre tutte tanti sassolini bianchi e una striscia centrale di erba e altre piante verdi che un botanico definirebbe volgari. Alcune avevano a fianco fossi o campi e delle betulle, oppure altre piante a stelo alto che davano un senso di frescura e selvaggio soprattutto a maggio o in estate avanzata. Io stavo tra la sella e la pancia del vespino e il papà mi faceva sempre suonare il clacson che faceva un beep ridicolo ma udibile a km di distanza. Lui fa il postino, e quando c’è la bella stagione usa la vespa per portare la posta anche perché è più pratica:non deve scendere e finisce prima le consegne. Era bellissimo fare quei giri con lui, mi sentivo molto libera e protetta, veramente bene. Anche oggi trovo bellissimo passeggiare per la stradina vicino alla sua casa che porta ad uno stagnetto, lo “sguass”, vicino a cui c’è un micro ponte di cemento. Girando a destra da quella parte si va per dei bellissimi sentieri fra i campi aperti e circondati di verde e si giunge con calma in bici o a piedi fino all’Isola che non c’è, un bar di quelli proprio da campagne con i vecchi che guardano la partita e se la contano su in dialetto stretto, i bambini che giocano nella casa vicina con vari animali domestici, lo spiazzo d’erba sulla destra e di fronte lo spiazzo con la ghiaia. Fuori ci sono tavolini, sedie e panche di pietra o di ferro ma dell’anteguerra e altalene o scivoli ormai cigolanti e rugginosi con la vernice che cade a pezzi. Girando invece a sinistra dello sguass c’è un bellissimo sentiero polveroso in mezzo ai campi, che non ho mai scoperto dove porta perché non lo mai percorso tutto, ma dove ho trovato una primavera una quantità esorbitante di violette di campo. Poi c’è in senso cronologico la vespa rossa dell’ uomo che credevo della mia vita, era bellissima, forse lo volevo solo per viaggiare ancora su di lei. È una cosa che mi è sempre piaciuta moltissimo farmi portare su vari motorini da qualcuno, è una sensazione che amo molto. Una volta siamo andati io, mio fratello e mio papà in tre sul suo motorino da s.Polo a Brandico, arrivata avevo i capelli lerci e intricatissimi. E infine c’è la vespa di mio fratello Glauco, verde oliva bellissima che giace ancora nel garage smontata e non funzionante. Se avessi i soldi la metterei a nuovo e imparerei a usarla io, è troppo bella la vespa, molto meglio dei vari motorini dei favolosi anni Ottanta o dei vari Phantom e altre amenità del genere di oggi. Mi fanno davvero rabbrividire, come quei ragazzini che sull’autobus stanno a discutere delle marmitte, delle modifiche, della potenza, dei motorini sfigati che si comprano i loro amici perché se ne fregano di queste cose o perché si fanno abbindolare dalle jappanate superaccessoriate. Io vorrei solo una bellissima vespa, da decorare a mio piacimento, ne ho vista una tutta blu con le stellone rosse e un’altra azzurra con le nuvolette bianche, non so se la farei così o a tinta unita, sarebbe comunque bellissima e farei dignitosamente i miei 50 all’ora, massimo 70, ma orgogliosa della mia bellissima vettura e di quel senso di libertà solo mio.

 

messaggio 39

Name: Stefano --LastName: n.d Age: n.d.-- ho trovato questo.. mi sembra molto bello!

 

Sabato sera, una sera speciale, dove sono loro non so

Forse mi hanno cercato, forse no.

Sabato sera, una sera speciale, una sera come tante,

Ma questa sera siamo soli, ci siamo solo noi Dio

Tu, la vespa, la mia rabbia ed io

Corre nella notte corre la vespa

Gli occhi fissi sull'asfalto

Nelle orecchie il rombo del motore

Sotto il casco l'urlo del vento

E l'infinito nel cuore

Corre la vespa corre nella notte

La guardo, ma non la vedo la strada, dove vado non so

I miei pensieri fuggono più veloci

Penso all'eroe che vorrei essere e all'uomo che invece sono

Penso ai miei errori e a come non impari mai da loro

Penso a te, a me, a noi Dio

Corre nella notte corre la vespa

Gli occhi fissi sulla strada

Nelle orecchie il rombo del motore

Sotto il casco l'urlo del vento

E l'infinito nel cuore

Corre la vespa corre nella notte

Mi fermo, è l'ora delle streghe, sono arrivato, dove non so

Alzo lo sguardo alle stelle, all'universo

Dimmi Dio: "Cos'è l'uomo perché te ne curi?"

Mi sento piccolo, sconfitto, inutile, fallito

Dimmi Dio: "Perché? Perché ci permetti di vivere così?"

Corre nella notte corre la vespa

Gli occhi fissi sulla strada

Nelle orecchie il rombo del motore

Sotto il casco l'urlo del vento

E l'infinito nel cuore

Corre la vespa corre nella notte

Poi comprendo. E' questo il segreto, vero? Sapere...

Sapere, capire di non poter capire

E allora rido e rido e rido ancora e di nuovo rido

Rimetto in moto e so già che riderò tutta la notte

Perché la vita è tutto, la vita è niente, la vita è questo

E allora rido, Dio, rido perché ho capito

messaggio 38

Giuliano Fresi epiculoNONSPAMit@yahoo.it La mia storia con la vespa.

Confesso che fino a quando non ne ho avuta una, ho sempre considerato la vespa come un ordigno infernale: il freno posteriore buono solo a bloccarsi, quello davanti che serve unicamente allo scopo di schiacciare la sospensione, lo sbilanciamento tremendo del motore sulla destra. Però, la vespa mi piaceva moltissimo esteticamente. E già a quindici anni avevo un autentico culto per la 50 Special, che a Roma (dove abitavo) era nota come "ò specialino". Lo Specialino ce l'avevano in genere i peggiori coatti, di solito si trattava di mezzi con la carrozzeria ammacata e di un colore indefinibile, altrettanto indefinibili e generiche erano le descrizioni della preparazione del motore, di cui si sapeva solo genericamente che "aveva er centoquaranta" (da cui si suppone che il blocco fosse come minimo quello del Primavera). Chi aveva lo Specialino, oltre a essere un coattone, di solito viaggiava a velocità incredibili ed era circondato da un alone di rispetto. Ogni tanto riuscivo a guidarne uno, e rimanevo colpito dall'elasticità del motore e dalle potenze pazzesche. Poi, a forza di fare, arrivò la prima vespa: non era una vespa, era un Bajaj Chetak 150 Classic, rigorosamente made in india. Era bellissima, verde acqua con le frecce e la ruota di scorta. Ci misi un pò per imparare a guidarla, per chi non aveva mai avuto il vespone capirne la dinamica non era semplice. Ricordo che, col cappotto nero lungo e il caschettino, mi paragonavano a Moretti in Caro Diario, il che era un pò imbarazzante. Problemi con la Chetak? Pochi, a dire la verità: ogni tanto si consumavano i fili del faro tra scudo e manubrio, a quattromila chilometri si è rotta la crociera del cambio (vorrei sapere a chi non è successo...), ogni tanto partiva il filo del gas costringendomi a fare svariati chilometri a passo d'uomo con il minio tirato il più possibile e la prima innestata. Una volta si staccò una freccia, era bellissimo sotto la pioggia osservare i fuochi di sant'antonio tra il cavetto e il manubrio... Un'altra volta, impennando come un cretino, scivolai di sedere dalla sella e mi abbattei contro un palazzo antico: per un mese e più ho girato con un parafango autarchico fatto di cellophan e cartoncino, perché tutti sanno due cose, la prima è che a Firenze (dove vivo dal '95) piove come nella foresta amazzonica, la seconda è che le ruote della vespa sollevano schizzi d'acqua incredibili. A un certo punto il Chetak assunse una livrea bicolore, verde acqua la scocca e fianchi e parafango crema. Una volta mi scoppiò una gomma in curva, e per poco io e la mia ragazza di allora non siamo finiti sotto al 23 Barrato. A un certo punto, il Chetak diventò una PX 150 argentata con freno a disco. E qui cominciarono le disavventure: durante il rodaggio si intasarono subito i getti, ogni tagliando (che costava ben sessantamila lire...) richiedeva da parte mia un controllo generale del mezzo quando lo ritiravo. Il tutto per mantenere una garanzia che non mi ha ripagato nemmeno il filo della frizione rotto a seicento chilometri. Il meccanico, evidentemente laureato al M.I.T. di Boston, sosteneva che l'olio sintetico che mettevo era dannoso ai bassi regimi... quasi quasi riporterò alla Castrol questo punto di vista! E poi non ci fu verso di farsi fornire il coperchio della ruota di scorta "perché faceva rumore". Fortunatamente, la garanzia a un certo punto è finita, e io sono tornato al mio meccanico di sempre. A dire la verità, volevo una 200, ma secondo la concessionaria non le facevano più. Immaginate la faccia che ho fatto a Londra, tre anni dopo, vedendo la 200 nuova e con freno a disco... A diecimila chilometri si sono anche distrutti i dischi della frizione, mentre le pastiglie del freno scoppiavano ogni cinquemila. Secondo un altro "genio" di meccanico che ho conosciuto, dipende dalla guida: sarà, ma ho sempre saputo che le pastiglie del freno si consumano gradualmente, in vece di scoppiare... Nel frattempo c'è stato un anno e mezzo di moto, la 150 fu venduta a un impiegato FS. Il quale mi ha regalato un quasi rottame di P200E, "elestart": attacco dell'ammortizzatore posteriore rotto, frizione finita, gomme da buttare, fili dell'impianto elettrico tranciati, carburatore semi-intasato, collaudo da fare, documenti in regola, bollo pagato fino a gennaio 2003 (anzi, devo anche pagarlo...). Il "relitto" è risorto piano piano, ha trascorso tre mesi della sua vita dipinto in un'improbabile livrea mimetica (e ha anche avuto una sacca bianca con la sigla "United Nations"), poi con un pò di pezzi presi qua e là è tornata meravigliosa. C'è ancora da cambiare la marmitta e rimontare le stecche della pedana, ma ora è rosso-corsa per sfuggire alla dittatura del grigio argentato a cui sembrano sottostare tutti i veicoli di oggi per decreto ministeriale. Il resto, è storia da scrivere. Giuliano Fresi

messaggio 37

Caro Gianluca, io non sono un'esperta della Vespa, anche se ho sempre amato i ciclomotori, in particolare i Piaggio.Io in Vespa ci sono sempre andata con il ragazzo, quando ero piccola sono uscita con un tipo che aveva una 150 azzurra molto bella, e questo dava un che di romantico in più alla storia... Invece i miei ricordi recenti della Vespa sono legati al ragazzo con cui mi sono lasciata poco tempo fa, lui ha una T5 e ti ha scritto descrivendoti una gita nelle Langhe fatta assieme...era gasatissimo quando l'ha comprata,e ricordo che ho voluto che si impratichisse prima di farmi portare... Ora non stiamo più insieme, ed è molto triste pensare che tra l'altro non divideremo più quelle emozioni, era una delle poche situazioni in cui ci sentivamo davvero liberi, la vespa ti porta proprio in mezzo al mondo, percorri la terra raccogliendo sensazioni, e porti sempre a casa la voglia di tornare per strada. E poi ci sentivamo così uniti, abbracciati là sopra... Vorrei dire a tutte le coppie di qualsiasi età: viaggiate in vespa, è tutta un'altra cosa. Ciao a tutti e un bacio a Francesco se mi leggerà..      Silvia

messaggio 36

Name: fabio e-mail: <fabian7NONSPAM2it@yahoo.it> : adesso che mi ricordo

Luglio scorso, alla sera di un sabato, scaldato dal caloroso sole di Sardegna, presi la decisione che avrei passato la notte in giro con la vespa PX 150 del 1983 che di tanto intanto uso, quando voglio far riposare la mia schiena dalle normali vibrazioni dell'esuberante vespa primavera et3 125. verso le nove aprii il portellone, dall'incasinato "capanno dgli attrezzi" venne fuori px celeste , pensavo che mi sarei diretto prima a Tissi per incontrare amici poi a Ittiri per un concerto... ma l'interesse della serata era silente verso, solo, il giro di trenta KM in groppa all'emozionante Vespa che solidale con me voleva avventurarsi per una notte in compagnia della luna della strada.... alle nove e trenta in pieno buio, con la marmitta di serie che sputtava scintille come una cometa a bassa quota, arrivai al centro del piccolo paesello di Tissi, alle cinque ritornai -come a cavallo della solita cometa che con la sua coda luminosa...- alla periferia del solito paesino di Tissi... ecco un altro amico... e mi propose: <<dai ti faccio vedere la vigna di mio padre che per anni solo quella lavora....>> bene! gli risposi... parcheggiai allora la Vespa ai piedi della collina dove ci saremo arrampicati per passeggiare alla luce della solita luna, lungo e in largo alla vigna così perfettamente terrazzata... alle sei del mattino decisi che sarei tornato verso la mia città, così, pensai avrei messo a riposo anche la mia fedele due ruote e non solo i miei occhi ormai socchiusi da tutta una notte alla ricerca della strada per la luna... accompagnai allora il mio amico di carne e ossa e poi fu la volta per la città... velocità moderata e paessaggio sconfinato al buio di una visuale solo ricca di suggestione, per un viaggio in dimensione fra Stelle e Pianeti lucicanti, mi portarono dritto per una vigliacca curva....in quei momenti velocissimi solo l'udito fu capace di fermare il tempo, nel sentire il lungho stridere della gomma posteriore e poi solo rumore, di metallo forte al contatto con il ruvido e ingratto asfalto... rapidamente volai a culo indietro e altrettanto mi alzai con un punto esclamativo e uno di domanda poggiato sulla mia testa: -non ero un abile pilota c...o??- vabbè che li c'è il camposanto pensai e chissà qualche spirito ... ma non correvo che diavolo puo aver causato questa brutta caduta!! tutti raggionamenti che si fecero posto in una mente frastornata dal brutto finale di una passeggiata notturna. la curiosità premeva affichè mi rendessi conto che la vespa fosse intatta come mai caduta a contatto con lo sgraffiante asfalto... tutto il contrario: forcella piegata, marmitta staccata, una freccia posteriore frantumatta e la scocca sinistra "scolpita".. che fare li alle sei del mattino ... la mia vespa si trasforò in un informe trattore delle tenebre- con alla guida una sinistra sagoma che con un rombo davvero assordante raggiunse dopo 6 KM la città ...la mattina dopo poche ore di letto la mia vespa fu tenuta per giorni sotto stretta osservazione... saluti fabian

messaggio 35

Ciao a tutti! Mi chiamo Gianluca,abito vicino a Pavia e sono entrato da poco nel clan dei Vespisti. Ho 24 anni e da 10 sono un motociclista,all'inizio ho avuto moto da cross,poi un'enduro stradale e per finire una strapotente 750 da strada. Con quest'ultima ho fatto un incidente con conseguenze fortunatamente lievi ma è bastato a farmi cambiare punto di vista sulle due ruote e ad orientarmi verso il mondo a me sconosciuto dello scooter. Il caso ha voluto che trovassi una Vespa 200 grigio metallizzato di 24 anni ma è un mezzo stagionato con tanta voglia di divorare chilometri. Mi ha conquistato subito per la sua linea amichevole,per quel suo borbottio inconfondibile......l'ho chiamata Pasqualina. Guidarla è rilassante e nel traffico si sguscia che è piacere.......ha un motore elasticissimo tant'è che posso girare in quarta con un filo di gas e farla riprendere liscia senza un sussulto! Da quando l'ho comprata mi sento soddisfatto,è una sensazione difficile da spiegare......intendo dire che è un mezzo che soddisfa le mie esigenze e che dà quasi l'impressione di avere un'anima tutta sua.....forse è per il rumore della Proma ad espansione....... Pasqualina va proprio bene e con lei riesco a spostarmi da casa all'università (18 km)nello stesso tempo che impiegavo con la Honda 750! Oltre al fatto che mi chiede molti soldi in meno per mantenerla! Sono stato stupido ad essere attratto dalle prestazioni da missile della Honda,100 cavalli inutilizzabili e pericolosi sulle nostre strade trafficate! Ora me ne bastano solo 13 per spostarmi ed essere appagato! Presto mi iscriverò ad un vespa club della zona per farla ronzare in compagnia. Ci vediamo ai raduni! Gianluca PS forse presto si convertirà al vespismo anche mio padre, è un convinto motociclista ma ogni tanto mi frega la Vespa! dartagnNONSPAM2am@tiscali.it

messaggio 34

Name: Riccardo Ricciotti Age: 28 e-mail: ricricNONSPAM@libero.it

Eccomi qui...non ho una penna come al solito,e ciò che scrivo non rimarrà nel mio cassetto, ma tante cose stanno cambiando,in meglio..... La vita di una persona è fatta di momenti,come dire "la ruota gira", ed in effetti così è stato per me....la ruota ha sempre girato, sono stato felice, ho pianto, ho sperato nel futuro e guardato al passato....poi.....mi sono fermato, quella famosa ruota ha smesso di girare, e senza rendermene neanche conto, mi sono trovato immobile, in mezzo ad un fiume che scorreva più impetuoso che mai...non un passo avanti, non un passo indietro. Così ho passato gli ultimi anni, fra amori sbagliati, amori naufragati, giorni persi, pensieri fuggiti....e la fiamma che prima ardeva furiosa, era ridotta al fuoco di una candela.... E' peggio, è molto peggio quando la ruota nn gira più....perchè nn hai futuro, ma solo un passato da rimpiangere. La vespa....anche lei, come me, stava subendo la stessa sorte, consumata dal tempo....noi, due futuri rottami... Ogni momento della mia vita,mi ha visto in sella ad una vespa....quando ero piccolo mio padre mi parlava della sua vespetta, comprata nel '63, e di come la regalò...senza averla mai usata... Una notte di Aprile, tornavo da una gita scolastica....era molto tardi, venivamo dalla Francia, beh, quella notte, di tanti anni fa, il cuore mi battè tanto da esplodere.....stavo salendo le scalette del cortile, quando la voce di mio padre (litighiamo troppo spesso per il bene che ci vogliamo), mi invitò a girarmi....."Riccardo, guarda lì", la luce della notte brillava di mille lucciole sul metallo della mia vespa, era mia....mi addormentai senza sapere di che colore fosse. Con la mia vespa "V" ho attraversato il mondo degli adolescenti,è stata l'amica + fedele che abbia mai avuto..... Ricordo di un giorno...quando spinto dall'amore per una bellissima ragazza...decisi di non andare a scuola (paradosso: sapevo che lei era lì...), pensavo che quel giorno freddo e piovoso di Dicembre, fosse adatto a dare sfogo ai miei sentimenti, presi la vespa, e mi diressi verso il mare, 60 km ad andare, altrettanti a tornare.....avevo la vespa, e la pioggia ci teneva buona compagnia...su quel lido avevo conosciuto lei, mesi prima, su quel lido impazzii per i suoi occhi, ed il suo sorriso, quella era la sua finestra, lo era stata, sarebbe tornata ad esserlo... quell'estate... Se avessi urlato nn mi avrebbe certo sentito,il vento avrebbe portato via le mie parole.....scrissi allora su un muro, una frase che nn vale la pena ripetere, una frase della quale nn rimane + traccia fra quei mattoni.....se nn per la firma "Ric e la sua vespetta", quella è rimasta..... Crebbi, e decisi di cambiare.....la mia sete di passato, di un passato che nn avevo neanche vissuto, mi portò a comprare una meravigliosa special bianca.... Eccoci ai giorni nostri...o forse a mille anni fa, per me è uguale, la special, che tante volte mi ha visto correre, sulla quale ho pensato a poesie trascritte di fretta su un foglio,è giù, la ruggine e lo sporco la avviliscono.....emblema di uno spirito che si sta affievolendo........fine delle corse, fine dei sogni...fine delle poesie. Ho conosciuto Roberta per caso.....e mi sono innamorato di lei come mai avrei potuto pensare di innamorarmi.... Roberta è l'aria fresca.....Roberta è come un'onda impetuosa, Roberta mi ha ridato lo spirito.......quello spirito che mi aveva abbandonato......mi ha rimesso in strada. Miracoli dell'amore, o della psiche, la mia vespa, da anni abbandonata, ha ricominciato a fare sentire il suo fascino, quel fascino che anche lei (addirittura lei) aveva perso, ai miei occhi... la scorsa settimana, armato di attrezzi e tanta buona volontà.....sono sceso in cortile ("riccardo......guarda lì", ricordate?).....e quasi preso da un fuoco........ho passato ore delle quali nn mi pentirò mai.....a sporcarmi di grasso, a farmi venire i calli, a sudare ad imprecare.....c'ho messo dei giorni, ma l'ho rimessa a posto......ed oggi era bellissima, ultimo tocco, fari nuovi, ma per montarli sono andato sotto casa di Roberta, doveva assistere. Sembra stupido, ma quando il faro ha cominciato ad emettere la sua luce (quanto tempo era passato), mi sono quasi commosso....Roberta mi ha guardato.....e le devo essere sembrato proprio un bambino........sono ripartito, avevo voglia di camminare un po' con la mia "nuova" vespetta........e mentre il motore scoppiettava, ed il faro diffondeva la sua luce, ero felice, ero veramente felice, e avrei voluto che quel tragitto nn finisse mai, e allora ho pensato....come pensai + di una volta in passato, quando il mondo sembrava ancora un giocattolo fatto per me....."vorrei che nulla cambiasse".....la vespa camminava.......ed io volevo che tutto rimanesse così, ma un nuovo pensiero...ancora + improvviso del primo.........nn vorrei che tutto rimanesse così, ora ho un futuro, la ruota si è rimessa a girare, la mia vespa va....e chissà quante altre storie avrò da raccontare un domani, ho deciso che per nulla al mondo mi priverò di questa vespetta...perchè un giorno mio figlio, sulla s! tessa vespa andrà al mare......e dirà "ti amo" ad una ragazza...perchè un giorno guarderò Roberta e le dirò "ti ricordi quella sera di maggio, quando il faro della vespetta si riaccese.....mi guardasti come se fossi stato matto...ne abbiamo fatta di strada da allora eh....." Il lieto fine, è proprio qui, noi 2, quelli che poco fa ho definito "futuri rottami", noi 2 ancora insieme, in strada, ben lontani dall' essere dei rottami... Oggi una ragazza mi ha chiesto, mentre io le parlavo della mia vespa "e se io ti dicessi che ho un'aprilia 600? tu che diresti?" "che la vespa ha un'anima....questo ti direi" E' proprio questo il bello...l'emozione, il sentimento...la poesia....ci rendono umani,e le passioni sono emozione, sentimento, poesia. Che tutto questo nn si perda mai, perchè simili sensazioni nn sono come una scritta su un muro..... "Ric e la sua vespetta." P.S. scusate se vi ho appallato, ma ora sono contento.

messaggio 33

Name: Marco Sala “ due righe “ sperando di non tediarvi.

Vespista di ³nascita² e d¹ ³educazione², ho qualche difficolta¹ a scrivere della Vespa. E¹ agevole trinciare giudizi su mezzi che conosciamo poco, meno agevole trinciarli su quelli che conosciamo bene. Il nostro vespino lo conosciamo meglio di ogni altro, e dunque non possiamo procedere per luoghi comuni, per schemi ovvi, per slogan consolidati. Sappiamo che ogni affermazione ha il suo rovescio, ogni regola le sue molte eccezioni. Per questo ho sempre avvertito un profondo disagio per la caricatura che i cinematografi facevano della Vespa nelle cosiddette ³commedie all¹italiana². Quando a cavallo della mia vespetta mi capita di andare in Brianza e vedo le nette strade asfaltate, le villette ben finite, le cascine col riscaldamento centralizzato, le stalle razionali, le moto giapponesi e i fuoristrada, un poco di rimpianto per l¹universo contadino che ho frequentato senza veramente viverlo mi si affaccia alla controcassa del cuore. Per dirla con parole di un cantanteŠ ³in questo caos di eterni pendolari²Š sento anche la mancanza della Milano autentica che fu¹, dove il dialetto era ancora praticato, strumento sottile per una ironia sottile e bonaria. Amo la Vespa perche¹ incarna l¹idea portante che i viaggi, metafora della vita, si percorrono non grazie ai soldi ma grazie al sudore e alla propria passione, ma soprattutto amo i vespisti che amano viaggiare e assaporare la bellezza dei luoghi, che e¹ spesso una bellezza piana, pacata, non appariscente. Noi vespisti siamo accumunati da una ³forza tranquilla² e forza tranquilla significa ottimismo, risolutezza ad alzare la testa dopo ogni batosta, lavoro. La forza tranquilla assume connotati diversi, ma sempre ha a che fare con l¹ostinazione paziente di chi ha dovuto vedersela con un destino che puo¹ essere cattivo. Mi acorgo a questo punto di aver scritto assai piu¹ dei Vespisti che della VespaŠ e questo e¹ un difetto propriamente mio, guardo piu¹ alla gente e al fare che alla ³lamiera². Molti vespisti sono colpevolmente immemori del tesoro storico che ogni giorno (mi auguro) usano, e a volte trasmettono questa smemoratezza a chi vespista non e¹. Ma per fortuna ci vuole altro per spiantare le fondamenta della ³fede² vespistica, la Vespa e¹ forte e se proprio vogliamo paragonarla ad una donna, essendo il suo nome femminile, non ne farei davvero una donna in carriera di stampo filmistico americano, gelida e spietata, ne farei piuttosto una madre forte e bella, nella quale la famiglia intera riconosce la sua guida e il suo pilastro. Non una madre coraggio in versione brechtiana, che e¹ troppo tragica e dolente, e la Vespa non lo e¹ per niente. Il nostro insetto ha nei confronti del tempo che passa un coraggio pacato, ironico. Il coraggio di Amatore Sciesa che portato davanti a casa sua dai gendarmi austriaci perche¹ rivelasse i nomi di altri patrioti, e in quel modo si salvasse la vita, disse asciuttamente: ³tiremm innanz², andiamo avanti.** MARCO SALA **

messaggio 32

Name: Stefania --LastName: Dona Age: n.d.--e-mail: stefania.dNONSPAMona@tin.it

Splendida giornata, questa! L'università concede un po' di tregua: l'esame è passato, e dopo più di un mese trascorso in apnea sui libri, la giornata mi premia, perché corona il mio lodevole...24 in geotecnica con un cielo spazzato dal vento e una temperatura che abbandona i rigori invernali; in breve, mi dice "Esci in Vespa!". In effetti, la tensione negli ultimi giorni era alle stelle, potevano montarmi su uno Stradivari e avrei fatto onore alla mia posizione. Per inerzia penso che dopo pranzo dovrò mettermi subito sui libri, poi faccio un piccolo sforzo cerebrale, e mi accorgo che il pomeriggio di oggi lo posso dedicare a qualcosa che mi rilassi veramente. L'idea è di cogliere due piccioni con una fava, come si dice. Ossia vado in biblioteca a Varese con la mia Vespa. Perché fino a Varese, facendosi 15 km ogni volta? Sì, ovviamente esistono altre "dispense di cultura" anche molto più vicino a casa, ma bisogna pur avere una scusa plausibile per farsi un giro, il più spesso possibile! Tralascio di dibattere su quale sia la causa e quale l'effetto, tra il leggere e il vespeggiare. E prendo con me sia la carta che l'acciaio. Complice la mitezza della temperatura, decido di licenziare per oggi il paragambe, perché la limpidezza straordinaria del cielo di oggi ha un prezzo, ossia le folate violente e irregolari che attendono solo una vela da gonfiare. Imbocco la sinuosa statale che tra dossi e curve è ancora affrancata dai semafori; il motore sale dolcemente di giri. Mi piace la guida lieve e tranquilla, e piace anche alla mia gomma posteriore, che si avvia a salutare gli 8000 km di fedeltà, strisce pedonali bagnate comprese. Ma mi ci vuole poco per capire che non sarà esattamente rilassante stare in strada in queste condizioni. Le raffiche colpiscono improvvise, ogni volta da direzioni diverse; devo stare saldamente aggrappata alle manopole, e qui si comprende che i possessori del nuovo px non possono girare nei giorni di tramontana! Affrontare le curve con una traiettoria corretta non si rivela una faccenda banale; a ciò si aggiunga la deturpazione dell'asfalto per il cablaggio dei miei paesini, esattamente nella fascia di corsia su cui procedo io in Vespa o in bici, e il quadro si completa. Fortunatamente mi abituo in pochi km a questo tipo di marcia, e allora ricomincio a vedere il paesaggio. Casali dalla tipica architettura lombarda, campanili, alberi hanno oggi colori irreali, dipinti da un bimbo che non sa ancora dosare le sfumature di colore, e si stagliano contro il cielo con un nitore inaudito. Man mano che procedo iniziano a far capolino le Prealpi; il Sacro Monte e il Campo dei Fiori spuntano con le loro morbide sommità, i fianchi come una veste drappeggiata, di un verde ancora bruciato dall'inverno. Procedo ancora, e in secondo piano si mostrano ora le avanguardie della catena del Rosa, che rosa non sono a quest'ora del pomeriggio, ma imbiancate da una pennellata di neve sotto cui non si nascondono gli spigoli acuminati di pareti rocciose. La visione si fa sempre più ampia, finché giungo sulla rampa che mi farà entrare in città. E qui ci vorrebbe spazio per le immagini: sopra, tutto il Monte Rosa, con la sua potenza, la sua neve, la catene che sembra sollevarlo oltre le sue effettive quote; sotto, il contrasto dolce amaro con un paesaggio appenninico di colline basse, che si allargano per lasciare spazio a un lago sempre un po' brumoso, riparato com'è dal dal vento. E' uno spettacolo da sindrome di Stendhal, ma io non posso abbandonarmici, esposta come sono, ora più che mai, alle raffiche impetuose. Per fortuna, o forse no, svolto ed entro bruscamente in un paesaggio urbano, con tanti edifici che mi consentono di allentare un poco la presa. Così mi gusto meglio la vista della coda di auto da sorpassare! Transito ora davanti a palazzo Estense; una manovra guizzante, e la vespa s'infila tra gli occhi di pernice, taglia la corsia dei mezzi pubblici e s'appropria indebitamente del marciapiede. Ma sì, in fondo farà compagnia agli altri mezzi che hanno avuto la stessa idea. Mi trattengo un poco in biblioteca, quanto basta per scegliere quanto di più stravagante proponga lo scaffale delle nuove acquisizioni. Quando scendo, la Vespa è ancora lì che mi attende sull'attenti, e scommetto che le avessi messo il bauletto in tinta, ora la potrei vedere scondinzolare con quell'appendice. Metto i libri nel vano sottosella, così stanno al calduccio - mai maltrattare la cultura - e riprendo la via del ritorno. L'assetto viabilistico non è fatto certo per tornare dalla stessa strada dell'andata; una volta si poteva, godendo tra l'altro di uno spassoso dosso e relativo vuoto allo stomaco da otto volante, secondo la velocità e la volontà di uccidere le sospensioni. Va bene, imboccherò un'altra strada, sulla cui liricità non c'è da soffermarsi. Il vento si è placato un poco, posso solo gioirne. Appena inizia la discesa, però, lascio il gas. La Vespa rallenta, rallenta, frenata dal motore,finché avverto che la frizione stacca, e lo vedo anche, col faro che infiochisce all'istante in questo primo imbrunire. La velocità ricomincia a crescere, cresce il rumore delle gomme sopra il motore al minimo, ma poi l'aria che si fa strada nel casco e fischia nelle orecchie non lascia più spazio ad altre sensazioni. C'è solo questo planare naturale e silenzioso, nessun aereo mi ha trascinato su nel cielo, ma io fendo ugualmente l'aria con un aliante blu cobalto, e che poi sia di pesante acciaio, non fa differenza!

messaggio 31

Name: FABIO --LastName: Volti --e-mail: fabian7NONSPAM2it@yahoo.it

A proposito di follia...

Il gran freddo quest'anno sembra sbarcato anche in Sardegna, da qualche settimana ho messo a riposo la vespina 125 primavera et3, nonostante il parabrezza con il para mani in tela il freddo si faceva sentire! Chi riesce a tenere ferma in garage una qualche vespa ? Bene! io non proprio, allora è la volta del px 150, si parte, stringo i denti sollevo le spalle, sciarpina e talvolta agito le gambe proprio come una scimmia scomposta! Ma il 31 qualche volta si lavora, via la moto si prende la macchina, così pensavo mi riparo anche dal freddo! niente da fare amici la mia 2cv non perdona e solidale com'è con la mia vespa mi ha costretto a guanti sciarpa e cuffia per dirigermi a Olbia da Sassari, gelava!!! E allora sono sicuramente con voi quando qualcuno si auspica di trovare qua o la uno qualche scorcio di estate che possa allietare i viaggi in vespa e perchè no in 2cv saluto a tutti e rinnovo tanti auguri agli amici vespisti -------- siempre in vespa e in 2cv !

 

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