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VESPA, 8 LAGHI, 1000 CURVE
1 giornata libera... il lusso di non dover guardare l'orologio.
Il pieno di miscela sapientemente preparata con gesti lenti e misurati in garage.
Il boccettino dell'olio nello sportellino della pancia laterale della vespa.
Giro il manettino della benzina, tiro l'aria e "Vespetta" la vespa 125 del 62, dalle pance larghe e un po' tamarrata parte alla seconda pedalata, dopo un lungo sonno.
Gesti antichi, situazioni a cui non sono più aduso. Freni lenti ad agire, cambio al manubrio, distribuzione dei pesi strana.
Quando rientro devo far verificare l'anteriore... vibra in frenata.
I 4 cv consentono di raggiungere una velocità di 75 km/h, ma la velocità di crociera consona è sui 60 km/h, per non affaticare l'anziano motore e per non trovarsi a fare frenate col patema d'animo in caso di emergenza.
La partenza è da Sarnico. Ho deciso di percorrere un itinerario di quasi 400 km che mi porterà a costeggiare ben 8 laghi prealpini tra i più belli della Lombardia e del Trentino.
La partenza da Sarnico mi vede costeggiare la sponda occidentale del
lago d'Iseo.
Arrivato a Riva di Solto, antico borgo di pescatori, "Vespetta" si
arrampica per i tornanti che conducono per Solto Collina e di li dopo una
veloce digressione a Fonteno
a scollinare in val Cavallina sul lago d'Endine.
I profumi e i colori accompagnano il viaggio.
La vespa ha solo 3 marce. La seconda è troppo corta e la terza troppo
lunga, per cui in salita è un continuo tirare la seconda e metter la terza
per sentirla subito soffocare.
DOpo un po' decido di rallentare l'andatura e salire in seconda.
Ci metterò un po' di più ma evito di strapazzare cambio e motore.
Il tempo è un lusso che chi decide di girare in vespa può e deve
concedersi.
Percorso il periplo del lago d'Endine passando prima per la sponda di
Monasterolo
e poi per Endine
ripercorro senza la minima noia gli splendidi tornanti di Solto Collina
e passando sulla sponda orientale sebina, fatta una ulteriore digressione
a Clusane dove un cigno un po' miope si pavoneggia accanto a Vespetta,
mi arrampico per i tornanti di Polaveno.
Foto di rito sull'oasi naturalistica delle torbiere di Iseo, peccato un
po' offuscate dalla nebbia
e via verso il lago d'Idro oltrepassando Ponte Zanano, Brozzo, Casto,
Nozza e Vestone.
Le moto mi superano facilmente e vedo con piacere che molti di quelli
che mi incrociano mi salutano.
La Vespa rientra sicuramente nel patrimonio genetico di molti
motociclisti.
Eccomi finalmente sul lado d'Idro
ricco di angolini deliziosi
Giunto verso la fine del lago avverto un certo languorino e mi fermo
davanti ad una locanda.
La locanda è del 1926, decisamente più antica della vespa. Il panino
allo speck che mangio è decisamente più fresco.
Mentre mangio entra una coppia di motociclisti. Hanno parcheggiato
fuori dalla locanda un KTM 990 adventure nuovo di pacca.
Uscendo dico loro: ora sbaglio moto e prendo il KTM. Sorridono. Lui
dice: ho anche lasciato le chiavi sulla moto.
Mi segue dalla finestra con lo sguardo preoccupato finche non parto con
la vespa...
E via per i tornanti di Storo su verso Tiarno.
Foto di rito al bivio per il passo d'Ampola, dove si prende la via per
il Tremalzo, l'Eden proibito di Alfredmann.
Se Adamo fosse stato un polveroso sicuramente il suo paradiso terrestre
sarebbe stato li e al posto della foglia di fico avrebbe indossato
un'Africa twin... e basta. Eccomi al lago d'Ampola
1 biotopo...
Ma che l'è un biotopo?
Se lo chiedete ai ragazzi di It.hobby.motociclismo sicuramente
rispondono che l'è la Pantegana volante quando si nutre di alimenti
biologici. Io ho provato a fare il verso della benelli bicilindrica, poi l'ululato
della gsxr 750 al limitatore (le 2 moto amate dal biotopo bresciano), ma
la Pantegana non è saltata fuori...
E via verso il lago di Ledro, più piccino dell'Idro ma a mio parere
molto più carino.
Scendendo verso Riva del Garda c'è una lunga galleria con rilevatore di
velocità... Apro il gas e Vespetta vibrante allo spasimo si esibisce in
una performance da 73 km orari. Non male ma meglio rallentare o lei perde
il pistone e io qualche otturazione.
Appena termina la galleria giro a destra verso Tenno. Il lago di Tenno
è il punto più lontano del tour.
Mi piace andarci. Mi piace perdermi con lo sguardo nelle sue acque
azzurre, un panorama intenso e riposante.
Nella discesa verso Riva del Garda passo per Tenno costeggiando
l'imponente castello erto su una rupe
e poi oltrepassate le cascate del Varone (meritano i pochi euro del
prezzo d'ingresso)
via verso l'enorme anfiteatro del Garda
Sino a Gargnano.
Qui la strada si inerpica a destra verso la splendida Valvestino
Purtroppo le batterie della macchina fotografica mi hanno abbandonato
proprio sul lago di Valvestino mentre volevo fotografare l'imponente diga
e le lingue d'acqua che si diramano per chilometri Per cui accontentatevi
di una foto di repertorio di un giretto fatto un mese fa da me e mio
figlio Marco...
Il rientro via Idro, Preseglie, Coste di S. Eusebio, Concesio, Ponte
Zanano, Polaveno, Iseo per un totale di circa 400 km tutti splendidi. Schiapp
Eccoci qua (Wvespa - il figlio che Rinaldo Piaggio avrebbe sempre
desiderato - ed io) a fare un reportino della gitarella giornaliera di
ieri giovedi 22.3.2001.
La partenza da Costa Volpino è fissata alle 5.30 del mattino.
L'itinerario si snoda dapprima per la sponda bergamasca del lago d'Iseo;
arrivati a Sarnico, si passa a Paratico sulla sponda bresciana, e via
Palazzolo-Martinengo-Romano Lombardo si punta verso Crema, indi Piacenza e
da li si infila la Valtrebbia fino a Marsaglia (Corte Brugnatella). Qui
abbandoniamo la Valtrebbia per la val d'Aveto e scolliniamo a Chiavari con
sosta a Lavagna, per dar modo a WVespa di mangiare, dal momento che aveva
già tentato di addentarmi durante il viaggio per placare i morsi di una
terribile fame.
Il tempo all'andata non è stato ottimo, da Crema fino al confine della
liguria una pioggerellina, accompagnata da nebbia e un fondo stradale
poltiglioso hanno consigliato di moderare l'andatura dei nostri potenti
mezzi. Trasferimento piatto fino all'inizio della Valtrebbia, bellissima
la suddetta valle (sconsigliata il sabato e la domenica a causa del
traffico velocissimo di smanettoni e dei numerosissimi autovelox, ma
bellissima da percorrere in settimana trotterellando con calma e ammirando
il panorama con curve favolose).
Di una struggente bellezza è IMHO la selvaggia Val D'Aveto, dietro ogni
curva ti aspetti di incontrare un animale selvaggio... occhio alle curve
cieche, perchè le frane sono sempre in agguato...
Dopo la pausa mangereccia a Lavagna, percorriamo la costiera ligure
verso La Spezia, le strette gallerie di Moneglia, le mille curve che
conducono a Monterosso, il primo paese delle 5 Terre. Qui una sosta è
d'obbligo per la bellezza della frazione di Fegina e per placare i morsi
della fame. Per precauzione WVespa ordina mezzo metro cubo di focaccia
ligure, che stiviamo nei bauletti delle vespe.
La gente ci guarda sorridendo, di vespe ne vedono tante in liguria, ma
non gli capita spesso di vedere dei vespisti con tanto di back protector,
stivali, protezioni ecc ecc... Poi quando ci chiedono da dove veniamo il
sorriso lascia posto a un rispettoso silenzio... Per lo più piumino e
scodella sono il massimo dell'equipaggiamento dei numerosissimi vespisti
locali.
Lasciamo a malincuore Monterosso, il suo sole e i 24 gradi e inziamo a
percorrere la costiera che da Monterosso sovrasta tutti i paesi delle 5
terre, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. Per noi il tempo è
tiranno e dobbiamo accontentarci di guardarli dall'alto. Se vi avanza
tempo scendete in ogni paese e visitateli (a piedi ovviamente) tutti; non
ve ne pentirete.
Dopo una foto di rito e un po' di cazzeggiamento per un caffè a La
Spezia si riparte per la Cisa. Ormai le strade sono asciutte grazie al
sole e ad un forte vento, e Wvespa si scatena sulle bellissime curve della
Cisa, con pieghe al limite del copertone da 130 della sua ET4. Non avrei
mai pensato che una vespa potesse piegare tanto. Io ho solo un 120 dietro,
e di una sottomarca per giunta, quindi (scusa del fermone n 123)
preferisco non piegare al limite, tanto lui ogni tanto rallenta e mi
aspetta.
Giunti a Parma, zigzaghiamo un po' per la pianura padana (Piadena,
Cremona, Soncino), sussultando quando incrociamo gli enormi camion che la
popolano... ti danno uno schiaffo che la vespa perde 10 km/h per la
botta!!!
Le vespe sono costantemente sui 90 all'ora (giusto quei 5 km in meno
rispetto al max per non stressarle eccessivamente).
Potrebbe sembrare stancante e palloso viaggiare così, ma io avendo come
paragone il Transalp posso dirvi che non è vero: Sarnico - Chiavari in
Transalp lo percorro in 3 ore e 50 minuti, con la vespa ci abbiamo messo
solo 20 minuti in più.
Il vero problema quando la potenza è scarsa sono i sorpassi, ma non ne
abbiamo dovuti fare molti.
Il rientro a Costa Volpino è per le 19.00. Siamo stati in giro 13 ore e
mezza, di cui 12 scarse di viaggio effettivo per complessivi 636 km. Le
vespe hanno percorso circa 26 km/litro. Problemi??? Manco uno!!! Il
sellone è comodo (molto più di quella del Transalp), solo la schiena un
po' stanca, causa la posizione delle mani un po' più bassa di quella del
Ta e il fatto che le ruote piccole ti fanno sentire molto le buche.
Schiapp
2 VESPISTI ALLE 5 TERRE (marzo
2001)