(articolo tratto e riadattato da www.vaielettrico.it)
Questa Vespa non sembra elettrica, ma va ad emissioni zero, è il frutto di una conversione con restauro conservativo della carrozzeria. L’autore è Max Ratano che ha impiegato due anni di lavoro per realizzarla. Purtroppo la Vespa però non può circolare su strada pubblica perchè è troppo costosa e complicata l’omologazione.
In due anni Max Ratano, autodidatta, ha rimesso
a nuovo e convertita in elettrica una vespa 50 special a 3 marce. Ecco le
caratteristiche di questa Vespa: “Autonomia di circa 80 km, velocità 50 km/h,
ricarica totale in 2,5 ore. Può essere usata in modo tradizionale con il cambio,
o come mono marcia. Monta lampade a led, tachimetro digitale GPS, display con lo
stato di carica della batteria“.
Il tecnico spiega il problema: “Ho speso 4500
euro per il restauro totale, l’elettrificazione e varie migliorie“. E va bene,
il problema arriva con i timbri necessari per andare su strada: “Vi
sembra congrua una cifra intorno ai 10 mila euro (la somma di tutte le spese,
ndr) per i test di certificazione, i vari passaggi per l’omologazione italiana,
i trasporti e le trasferte?”. Ma non è finita qui: “Ogni esemplare replicato
deve essere omologato e targato con una spesa di circa 1500 euro“. Sono
ostacoli economici per chi vuole lavorare nel settore.
Conversione elettrica, ma fedele all’originale
Max ha elettrificato altre moto, però: “Mi sta
particolarmente a cuore quella della Vespa 50 special. L’elettrificazione
più fedele all’originale sia nell’estetica che nel funzionamento. Sarà anche
elettrica, ma non ha perso la sua essenza! Il classico rumore del cambio marce,
la ventola di raffreddamento. Si può usare anche come mono marcia partendo in
terza“. La conversione della propulsione, ma senza minare l’anima della Vespa.
La scocca non è stata manomessa
L’identità della moto è tema caro a Max:
“Oltretutto la scocca non è stata manomessa e la modifica è totalmente
reversibile. Ecco la ragione per la quale i vespisti dei vari club sono rimasti
basiti, dal ragazzino all’anziano. Non ho mai pensato di stravolgere un mito,
anzi il mio motto per questo progetto è Il passato e il futuro nella più amata
icona del made in Italy“.
La passione è la molla che ha spinto il tecnico
lombardo all’azione: “La Vespa 50 special è un ricordo della mia
adolescenza, come dire: il primo amore non si scorda più. Quindi posso dire di
averci messo tutto il mio impegno non solo come tecnico ma soprattutto come
amante della vespa, ecco perché ha riscontrato un forte gradimento fra gli
amatori di questo piccolo gioiello italiano“.
Oltre i sentimenti Max propone
interventi mirati a salvare questo patrimonio storico: “Dal punto di
vista tecnologico la gran parte del lavoro è stato fatto, ora ci
vorrebbero delle leggi più semplici e il prezzo delle
omologazioni che non superino i 250/300 euro. Solo così si possono
salvare questi mezzi che hanno fatto la storia motoristica. A
partire dal cinquantino fino al 125 primavera e tutti gli altri
modelli“.
Infine una speranza: “Spero che questo articolo
lo leggano anche coloro i quali sono stati eletti per cambiare le cose, io come
altri cerchiamo di cambiare i miti storici trasformandoli da inquinanti ad
ecologici“. Spirito ambientale, ma “riciclando con stile“. I politici, dunque:
“devono agevolarci e non ostacolarci. Io avrò perso tempo e denaro per un
progetto bellissimo, ma che non potrà circolare. La storia del motociclismo
italiano perderà delle chicche di valore nazionale, quel valore aggiunto che il
mondo ci invidia, il made in Italy“.