Parte 3

 

 

30° pensiero al vento

Era da tempo che ci pensavo, aspettavo solo l' occasione, il momento giusto... percorrere in Vespa i 300 Km che mi separano dalla mia terra natale, non tanto lontana in effetti, ma sinceramente non avevo mai percorso tragitti così lunghi sulle sue piccole ruote. Il giorno è quello giusto, tra una festa e un' altra, mi posso permettere un piccolo ponte sul lavoro. Non mi occorre molto, non mi serve il portapacchi, solo la fortuna di non incontrare la pioggia e..di non bucare una gomma! Il serbatoio ha il pieno di ben 6,5 litri scarsi, una tanichetta da 5 litri piena, tra le gambe, legata con spago alla sella, dentro il bauletto un litro di olio da miscela, una candela, due trasmissioni, uno di quei set di chiavi tuttifare che vendono i cinesi, uno straccio, una bomboletta gonfia gomme.. questo per la parte "tecnica", poi l' immancabile cartina, non si sa mai, una lattina di birra, due succhi di frutta, dei fazzoletti imbevuti, sotto la sella un giubbotto sottile impermeabile, e sono pronto col piede sul krick starter, un saluto e via ! Purtroppo non posso percorrere l' autostrada, quindi il mio itinerario è fatto di strette stradine e paesini di campagna. I primi chilometri sembrano non passare mai, con l' aria fresca del mattino che si infila sotto il giubbotto, poi, man mano che mi inoltro nella strada a volte tortuosa di campagna, mi immedesimo nel paesaggio seppur semipiatto e tutto simile e ripetitivo. Rompe la monotonia, qualche casa signorile di campagna, così la mia mente va, torna indietro a sognare come fosse la vita tanti anni fa in quei luoghi, ora quasi lugubri. Immagino i cavalli a percorrere la mia stessa strada, certamente sterrata, immagino le osterie e il buon vino. Del resto percorrendo queste strette strade, che sembrano disegnate da un ubriaco, tanto piene di curve sono, non potrei fare altrimenti. Un paesino, poi ancora strada, un' altro paese, si vedono ancora negozietti e botteghe artgiane ormai scomparse dalle mie parti. Così macino chilometri e chilometri, una sosta in un angolo appartato, per togliermi l' indolenzimento alle gambe e qual cos' altro, il motore è bello caldo, ma non troppo, viaggio a una media dei 60-70, così sono pronto a ripartire, dopo avere consumato un panino che avevo con me. Sono quasi alla meta, quando la Vespa si spegne, per andare in riserva, niente paura, ho una scorta di benzina e proseguo per altri 15 Km, prima di fermarmi a un distributore, per fare un bel pieno di robaccia giallastra che chiamano benzina verde, il misurino sotto la sella, 4% di olio, una scossa mescolatrice alla Vespa e via, si riparte!Finalmente lascio la campagna, ma in fondo, a quegli odori di stalla, a quella strada tortuosa, mi ci ero abituato... Eccomi alle porte della città, orgoglioso del fatto che la mia Vespa non mi abbia mai tradito entrando mi sento un eroe! Per fortuna mi attendono. Così, dopo i saluti, un pranzo ristoratore, una bella doccia, un riposino pomeridiano, qualche telefonata della serie "sono arrivato, tutto bene", poi domani il percorso al contrario, lascio solo un po' di nostalgia, ma ho fatto il pieno di emozioni, sorrisi e ricordi, per un po' ho appagato la mia sete inesauribile di Vespa!

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29° pensiero al vento

Dopo giorni e giorni di estenuante attesa, attesa consumata ad aspettare che sul banco di lavoro, il motore della "Primavera" lentamente si ricomponesse, pezzo dopo pezzo, sporcandomi le mani, dopo la distruzione dei cuscinetti di banco, tempo rubacchiato qua e là al lavoro, per quella delicata opera di smontaggio e paziente rimontaggio meticoloso di ogni pezzo, finalmente l' opera si è conclusa con il montaggio di un nuovo carburatore, non resta che rismontare il motore provvisorio e montare il "capolavoro" sulla Vespa, ma quando? E' un lungo e noioso lavoro. Ho deciso, spenderò una notte sdraiato in terra per fare il trapianto. Per fortuna questa volta ho pensato a tutto, visto che non mancano mai gli imprevisti, trasmissioni, morsetti e viteria varia, non manca... Mi metto all' opera verso le 21, come pensavo non mancano imprevisti e inconvenienti, come tutte, ma proprio tutte le trasmissioni da sostituire, il filtro dell' aria che non coincide perfettamente con l' alloggiamento nel carburatore, il rubinetto della benzina che si rompe... ma pazienza, su e giù, un po' sulla morsa, un po' sdraiato ancora in terra.. Finito!!! Metto in moto e...parte subito, bene, un giretto di prova senza casco sulla strada deserta poi andrò a riposare, non prima di una doccia rilassante. Guardo l' orologio, sono le 4 di notte, (o del mattino) quando riesco a stendermi tutto indolenzito nel letto! Mi asspetta un altro giorno di lavoro, fra poche ore, ma in mente ho ancora chiavi e cacciaviti, e poi quel rombo perfetto e regolare, neanche un orologio svizzero potrebbe tanto, non riesco a dormire, ma sono contento. Vespa è anche questo!

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28° pensiero al vento

La rabbia che mi brucia dentro, dopo una settimana decisamente no... culminata con un grave guasto all' albero motore della Vespa più bella e lucida, quella che tutti mi invidiano! Mi sento tradido, abbandonato da lei, nonostante tutte le mie cure maniacali... forse la colpa non è tutta sua, cerco di scusarla, ma di chi mi ha venduto cuscinetti difettosi, di quel maledetto albero anticipato... Voglio cercare di non pensarci, per cui prendo quella un po' meno lucida ma più veloce, parto, per dove non so. Sono solo, il mio scopo è vedere qualcosa di diverso, gente, natura, poco importa, solo deve essere diverso! La giornata e l' orario giocano a mio favore, non è consueto incontrare un giorno così caldo e il cielo limpido, nella fine dell inverno. Esco dalla città, proseguo tra le case sempre più distanti dell' estrema periferia, accelero, mi immetto sulla tangenziale e li do' libero sfogo al motore, sempre incatenato nei tragitti più brevi, così in pochi secondi il contachilometri arriva a fondo scala, poi il motore continua a salire di giri, ma deve arrendersi vincolato dal fine corsa.. Un occchio per la strada e uno per lo specchietto è d' obbligo a questo punto, per evitare spiacevoli inseguitori, viaggio comunque tra le poche auto che si incontrano nel primissimo pomereiggio. Dopo poco vedo già a un lato la campana verde, davanti a me le vette dell' appennino, al lato opposto la pineta, che nasconde un mare ancora freddo, ma non per questo meno affascinante. Poi qualche lago artificiale, dove pazienti signori, aspettano, canna alla mano, che qualche pesce abbocchi, non riuscirei mai io a starmene li fermo tanto tempo.. Il rombo continuo e regolare del modore, culla dolcemente i miei pensieri, quelli negativi alle mie spalle, rimasti imbrigiati tra le case della città ormai lontana, quelli freschi e nuovi davanti a me, potessi solo non avere il casco in testa, sarebbe un piccolo scorcio di paradiso: io e la mia Vespa, immersi in questa atmosfera accogliente, con i profumi della pineta e della campagna, a condire tutto. Arrivo a "Mirabilandia" località, si fa per dire, visto che lo è diventata solo dopo la costruzione del grande parco, dove appunto durante tutta l' estate migliaia di persone ogni giorno si divertono tra emozionanti e spesso spaventosi giochi per tutte le età, vederla così disabitata e chiusa mette una certa tristezza, ma tanta voglia di estate, voglia di tornarci a trscorrere una giornata diversa e in allegria.. Nel grande parcheggio, nonostante la sorveglianza delle telecamere, qualche macchina è parcheggiata, qualche altra si muove, poi associo tutto alle colorate donne che erano ai bordi della statale, in attesa di qualche cliente, che non manca mai. Non fosse per i loro colori che rompono un po' la monotonia di un vasto orizzonte dove tutto si assomiglia, potrebbe essere un ulteriore contorno al mio viaggio, penso però subito allo squallore e tristezza di quel modo di consumare un amore fittizio, che alla fine cosa ti lascia dentro, oltre a una probabile morte anticipata? Ma non sono venuto fin qui per pensare ad altri problemi, l' ho fatto per dimenticare la mia rabbia, per cui riprendo il mio viaggio, Mi spiace solo di non avere seduto dietro qualcuno con cui condividee le mie emozioni, o forse c' è? Si forse qualcuno dietro, seduto c' è sempre, chi come me prova le stesse sensazioni ed emozioni, viaggiando su questo mezo di trasporto sempre meno convenzionale, chi, leggendo queste righe, ci si identifica un po' e in fondo si sente fortunato, fortunato per essere riuscito a fugare le tentazioni di seguire la massa, e non viaggiare su obbrobri in plastica senza marce ne personalità. Quelli si mi mettono tristezza!

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27° pensiero al vento

Il primo incontro, forse non lo ricordo nemmeno, so solo che diventò subito un unione inscindibile. Riaffiorano alla mente le estati, estati infinite, io dietro il suo protettivo scudo, saldamente ancorato alla ruota di scorta. Non si vedeva nolto, da quella posizione, ma ricordo bene il fascino di quel battito perfetto del suo motore monocilindrico, il "clack" inconfondibile del cambio, cullavano teneramente i miei pensieri e sogni di bambino affacciato alla vita da soli tre anni. Scendevamo, ogni tanto, la Vespa era uno strumento di lavoro, oltre che mezzo di trasporto, e così, mentre mio padre sbrigava i suoi affari, io restavo li solo con lei, ad ammirarla, a sentire il profumo che sprigionava il motore ancora caldo. Ci giocavo, così, una volta girai la chiave del bloccasterzo, e quando ripartimmo, stavamo per cadere nella sabbia. Sabbia, Vespa e sabbia, Vespa e mare, Vespa e estate! Ma il punto debole della Vespa, si sà, è il cavalletto, e così, sempre verso i tre - quattro anni, un giorno mio padre ritardava e io, come sempre vicino alla Vespa, mentre osservavo le altre, parcheggiate furbamente su una piastra di cemento, o con una cassetta di legno sotto la pedana, mi accorsi all' improvviso, che si stava pericolosamente inclinando. Il cavalletto sprofondava sempre più nella sabbia, non avrei mai mai permesso che potesse rovesciarsi su un lato, e rovinarsi! Così, con tutta la forza di un bambino innamorato della compagna delle sue giornate, riuscii, sfinito, a mantenerla in piedi, per un tempo che mi pareva interminabile, fino al ritorno di mio padre. E quelli erano solo gli inizi di un' avventura che non avrebbe mai avuto fine! Per descrivere tutti i ricordi, emozioni ed avventure successive con lei, non basterebbero dieci libri. Mi basta per ora pensare che, dopo migliaia di chilometri, mai una caduta, tante riverniciature " fai da te, tipiche dei sedicenni, adesso è lì, tornata originale, come allora, pronta ad aspettarmi. La preferita del mio "harem", attende solo che io mantenga la mia promessa, trovare il tempo per tornare a correre con lei, a condividere la sabbia e l' asfalto, anche se, ogni sera, uno sguardo, a volte una carezza, la sfiora dolcemente. Ne sono convinto ormai, per me, fin che c' è vita, c' è Vespa!

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26° pensiero al vento

Con il freddo invernale, quello che ti penetra fin dentro le ossa, quello che, una volta tanto, non ti fa maledire il casco, ma quasi quasi lo indossi volentieri... con questo clima, si diventa un po' più "casalinghi", la Vespa ogni giorno si, ma con moderazione ... e allora trovo anche il tempo di leggere varie riviste di informatica, leggo: "web master: il responsabile tecnico del sito, con conoscenze tecniche approfondite, laurea in informatica o ingegneria informatica..." No, non sono certo io, passiamo ad altri termini che possano inquadrarmi, come ideatore e creatore nonchè addetto alla manutenzione e agiornamento di "Vespaforever", web Dedesigner..., ma neanche parlarne, il mio sito è tutto in html puro, uso il "blocco note" per modificarlo e con le mie conoscenze, oltre a un po' di testo, immagini e sfondi, non vado, poi non sono neanche mai stato un bravo disegnatore ai tempi della scuola,allora, chiudo la rivista! La mia figura non è inquadrabile tanto facilmente, sono un po' un artigiano che con il web, fa del bricolage, programmi preconfezionati per creare siti accattivanti e lentissimi da scaricare ce ne sono tanti, ma freeware, niente, sono gli unici che posso permettermi, e poi le copie pirata le lascio a chi se la sente di infrangere la legge, continuo così, nel mio anomalo modo di gestire un sito tuttogratis, dai programmi usati, ai servizi che offro, la passione è troppo grande per fermarmi, passione per il web? No, passione per la Vespa!!! Passione vera, per le mie sei Vespe che ogni giorno guardo, quelle ricoperte da un telo, in attesa di uscire dal letargo, ogni tanto le scopro, giusto per il piacere di ammirarle, di fare qualche sogno... quelle forme arrotondate e armoniche, anni 50-60, basta guardarle un po' per scaldarsi il cuore e non solo, così quando inforco la mia Specialissima, tutta anni 70, taglio il freddo e la nebbia, con una marcia in più!

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25° pensiero al vento

"Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po',e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò," Cominciava così una nota canzone di Lucio Dalla, dedicata a un nuovo anno.. A cavallo tra il vecchio e il nuovo, un po' tutti facciamo bilanci, esprimiamo i nostri desideri, diamo libero sfogo alla nostra fantasia e creatività. Il 2001 è stato un anno con qualche lato oscuro per il sito, e i visitatori più assidui sanno che mi rivolgo al dominio "rubato", al dover ricominciare da zero, con motori di ricerca ecc, ma abbiamo superato anche questo e le visite stanno lentamente risalendo, considerato il grande apprezzamento avuto, per il sito velocissimo, con pochi fronzoli inutili, ma piuttosto contenuti, creato amatorialmente da un principiante autodidatta dell' html, senza programmi costosi, ma tanta pazienza, credo continuerò a percorrere questa strada... Poi vengono le considerazioni sulle assurdità delle revisioni, nate nel 2001, sull' abbandono definitivo della miscela, sull' abbandono della super, che super poi non era da tempo, se vogliamo, anche sulla decisione di complicarci la vita con l' introduzione dell' euro.. quanta pazienza ci ha richiesto il 2001, forse meglio sbattergli la porta in faccia... e passare sereni al 2002! Non spero che sia tre volte Natale e festa tutto il giorno, ma almeno che finalmente prevalga il buon senso nella legislazione italiana, che finalmente ci ricordiamo di recepire anche le direttive europee che non siano solo quelle restrittive della libertà, che finalmente possiamo come tutti, circolare in due sulla Vespa 50, che venga applicata l' esenzione del bollo per i veicoli storici con 20 anni, come promesso, che i rappresentanti delle forze dell' ordine, si ricordino di essere stati ragazzi anche loro, e vogliano tornare a chiudere un occhio se le nostre Vespe sono state un po' "personalizzate", dopo la poca apertura in questo senso, che ha caratterizzato gli ultimi anni. E poi, alla Piaggio, un invito a tenere in maggiore considerazione la propria tradizione e la nostra passione, perchè non rimettere in produzione la mitica Et3 e la 50 Special, con tutti gli "euro" che vogliono sul libretto, ma con le marce, per favore!Buon 2002!!!!! Gianluca

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24° pensiero al vento

Giornata di nebbia, freddo e umididità penetrano fino alle ossa, ma la Vespa sempre pronta a partire al primo accenno di pedata sul "krick starter". In ogni mio spostamento quotidiano, è la mia fedele compagna. A volte mi domando perchè, me lo domandano anche coloro che proprio non sono in grado di capire cosa sia "Vespa" Fino ad oggi, non trovavo risposta a questa mia domanda interiore, al motivo di una passione così forte da coinvolgere il lato affettivo-sentimentale che è in me. Mi domandavo se fosse normale voltare il capo ad ogni rumore di Vespa, come si fa solitamente per una bella ragazza. Se fosse normale, in alcune occasioni pensare "sarai mia" e sentire battere forte il cuore, come in un innamoramento. Se fosse normale spendere il poco tempo libero sdraiato per terra a regolare le trasmissioni, ingrassare il mozzo, o lucidarla con passate di cera e spray vari. Se fosse normale stare a guardarla ammirato, come fosse un' opera d' arte, stare ad ascoltare il suono del motore, come fosse una dolcissima melodia.. Oggi ho usato anche la "macchina", quella è sempre sporca, coperta di polvere, ma per trasportare la mia Piccolina è necessario. Lei ama la Vespa, le auto d' epoca e ha solo cinque anni, questa passione la dimostra da tre almeno, da quando mi chiedeva di metterle in moto, quando voleva che togliessi il cofano motore per vederlo meglio, e quando mi aiuta prtandomi le chiavi, la candela, o vuole versare l' olio nella tanica per preparare la miscela. Oggi avevo un po' di tempo, le ho detto "vuoi venire con me a vedere una Vespa?" La risposta è scontata..E' una Vespa grigia, malandata, ferma da almeno tre anni nel cortile di un palazzo, volevo comprarla ma non si sa di chi sia, così ogni tanto la vado a trovare.. e oggi c' era la nebbia e ormai era buio, quando l' ha vista è voluta scendere dalla machina, si è avvicinata, ha visto come era ridotta, ammaccata fortemente su un fianco, lo scudo piegato all' indietro, le macchine parcheggiando, la distruggono lentamente, per farsi posto. La mia Piccolina è scoppiata a piangere, "Papà, la voglio, Papà è mia, portiamola via, quei signori cattivi la rompono tutta..." Non immaginavo una reazione così, siamo risaliti in macchina e lei continuava a piangere.. allora ho ricordato un' altro posto, dove è parcheggiata una splendida ET3 lucidissima, gliel' ho fatta vedere, così si è calmata. Ecco, ho capito tutto!!! Mio Nonno, mio Padre, mia Madre, Io, e poi.. e poi Lei, la passione viene da lontano, si è tramandata aumentando di generazione in generazione... Ecco, non sono pazzo, ce l' abbiamo nel sangue! Potrei non amare la Vespa?

 

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23° pensiero al vento

C' èra una volta..... C' èra una volta una grande voglia di creare, costruire, inventare, io non c' ero, ma dai racconti di nonni, dall' avere letto la storia del nostro glorioso Paese, ho acquisito queste cose. Dopo un periodo da dimenticare, in Italia e nel mondo, si ricominciava a lavorare con entusiasmo, quell' entusiasmo che avrebbe poi portato al famoso "miracolo italiano" degli anni 60. Probabilmente la prima grande creazione fu proprio nel 46, la Vespa, una specie di automobile a due ruote, che avrebbe motorizzato l' Italia, come solo la mitica 600 nel 57, riuscirà a fare in campo automobilistico. C' erano allora i viaggi in Vespa per lavoro o per svago, Vespe cariche come muli, su cui si viaggiava rigorosamente in quattro, il bambino più piccolo dietro lo scudo, sula sella tra i genitori, l' altro figlio, e via per la scampagnata fuori porta domenicale, nessun problema con i vigili, probabilmente facevano altrettanto loro. Cose semplici e per questo appaganti, vite legate a doppio filo con la Vespa, cui riuscì a fare solo una piccola concorrenza la Lambretta. Pensare che dal 46, fino agli anni 90, la Vespa rimase, con tutte le sue varianti, sempre fedelissima sia nell' impostazione tecnica che estetica, al progetto originale, è una dimostrazione ulteriore della perfezione della sua concezione, vista anche sotto l' aspetto sociale e di costume. A riprova di questo, la continua ricerca di Vespe, anche da parte dei non appassionati, che solo oggi si accorgono di avere sbaglito a comprare altri mezzi di trasporto a due ruote, senza marce ne personalità. A mio parere, quindi la Casa madre, negli anni 90, commise il gravissimo erore di tradire il costume, la storia, gli appassionati e ancor peggio, le proprie radici, in nome di un fittizia adozione di tecniche nuove, che hanno portato come risultato ad un oggetto che si chiama ancora Vespa, ma ......c' era una volta il clack metallico del cambio, oppure lo scalare marcia, la personalizzazione della guida, il classico suono del motore, potevi montare qualunque marmitta, si sentiva sempre che era una Vespa, quella che ti passava davanti, lasciado una piacevole fumo azzurrognolo, adirittura profumato..... c' erano una volta anche due scuole di pensiero, una legata allo stile impareggiabile dell' ET3, che aveva come figlie tutte le 50 personalizzate in modo da diventarne simili, l' altra legata alla concezione più classica, con la PX, forse meno accattivante, ma che ottenne quasi lo stesso successo. Adesso l' unico "contentino" per i vespisti, (e non si sa per quanto, anche perchè non se ne vede una esposta, ma va comprata su ordinazione) è la nuova px, che fortunatamente non ha srtavolto la storia, solo che un prodotto così ricercato in tutto il mondo, meriterebbe di essere almeno pubblicizzato, se non si vuole che rimanga un oggetto destinato ai pochi eletti appasionati....

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22° pensiero al vento

Domenica d' autunno

Al solo pensiero di essere in ottobre inoltrato, una malcelata tristezza affiora sul mio volto, il binomio Estate-Vespa potrebbe incrinarsi, pur essendo uno di coloro che la usano 365 giorni all' anno, non posso negare che in inverno la adopero solo per brevi tragitti. Questa mattina il caldo estivo sembrava tornato a salutarmi, così non ho perso l' occasione per prendere la mia Vespa di turno (avendo un piccolo arem di sei Vespe, posso concedermi il "lusso" di tenerne una a mia disposizione in un' altra località, dove trascorro 1/4 della mia vita). Parto solitario, destinazione "emozoni da cogliere". Eccomi in un attimo fuori città, è bello notare come a soli 30Km di distanza dalla mia residenza abituale, il paesaggio già cambia... Vado verso il mare, la temperatura è ideale per non indosare altro che una camicia e maglioncino di lana sottile. Alle 2 del pomeriggio le strade sono semideserte, accelero fino leggere 110 sul contachilometri bianco todeggiante, i 15 km passano in fretta, qualche scooter, le immancabili Harley, seguono il mio stesso percorso e con orgoglio infantile le supero beffardo. Entro già nella pineta accoglinte che prelude l' accesso ai luoghi, d' estate turistici, che costeggiano il mare. Come sempre cerco di raccoglierne rumori, profumi e quant' altro possa. Vedo molte persone che si addentrano nella pineta più fitta per la corsa domenicale, aghi di pino sulla stradina sterrata e profumo di natura. Eccomi finalmente in centro, le case prevalentemente ad uso turistico sono quasi tutte chiuse, i pioppi hanno lasciato sul terreno le loro stanche fogli marroni, proseguo nel largo viale fino alle dune, ancora pini, qualche stretta sradina conduce direttamente al retro degli stabilimenti balneari e al viottolo che li raccorda tutti. Con grande sorpresa, non vedo la nebbiolina tipica di ottobre, ma al cotrario, sotto un insolito sole splendente, in tanti cercano di cogliere questo giorno stupendo, per portarsi a casa l' ultima abbronzatura. Allugando leggermente lo sguardo oltre la lunga distesa silicea, almeno 50 persone stanno facendo quel bagno che per il lavoro, solo due volte ero riuscito a concedermi nei mesi scorsi. Rimetto allora in moto la mia fantasia, sempre pronta a viaggiare per nuovi itinerari, e immagino che in mezzo al mare calmo, ci siano isole da esplorare, ...le esploro e mi addentro tra il verde incolto e la sabbia, tra i frutti tropicali e gli uccelli in volo... In sottofondo, fa da colonna sonora il rumore dolce della "Sito", che mi riporta un po' alla realtà, ma non completamente. Così la strtetta e slanciata et3, si gonfia e schiarisce, prende le forme e il colore della 125 anni "50, e io adesso dolcemente guido lei, poi ne vedo altre davanti a me, mi aprono la strada per continuare ad introfolarmi nel mondo incatato dell' immagiario. Dopo qualche chilometro trascorso con tanta dolcezza, l' orogio mi dice che qualcuno mi aspetta, torno verso la città, ma non tutto è perduto, i 15 chilometri li faccio di nuovo a fondo scala, passando ' sta volta, per una stretta via di campagna, poi il ritorno completo alla realtà, sento orgogioso un piacevole complimento alla Vespa, e ricordo sereno il contrasto della foglie marroni cadute a terra, con le persone intente a nuotare nel mare, stranezze e virtuosismi d' autunno, mi fanno sperare in un inverno accogliente! Gianluca

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22° pensiero al vento

E TRE, ...E SEI! Quando mi chiedono come va?, rispondo bene grazie.. e mai più di adesso è vero, riferendomi almeno al campo Vespistico! Dopo due temute revisioni, sono giunto alla terza, quella della mia Special più performante, quella con scritto ET3 sul retro.... Avevo preparato motori originali con l' intento di montarli ogni due anni, ma sinceramente l' operazione non mi entusiasmava molto, per cui ho preparato un "uovo di Colombo". La Vespa così fa i 40 e ci arriva a stento, tanto che i vigili agli incroci mi facevano segno di accelerare, ma accelerare cosa, se più di così non si può fare? La strada per arrivare al centro revisioni si fa lunga a quella velocità, così decido di partire in anticipo, scelta più che mai indovinata, visto che sulla salita di uno sretto e trafficatissimo cavalcavia, forse umiliata da tanta restrizione, la Vespa decide di rendermi la pariglia, lasciandomi inesorabilmente a piedi. Spingo faticosamente fino al culmine, poi mi lascio spingere dalla forza di gravità in discesa, ingrano la marcia e niente.... ma poi all' ultimo momento, già sulla strada piana, riprende singhiozzando ad andare, per fortuna manca solo un chilometro alla meta! Nell' ufficio a un impiegato cortesissimo, spiego che il n° di telaio è poco leggibile, un tempo li punzonavano a mano, comunque mi riconosce, credo di essere l' unico vespista che viene da così lontano. L' esaminatore, al contrario è un tipo brusco e sospettoso, guarda per minuti il numero, accelera, ma non si fida troppo, alza la sella e guarda nel vano del carburatore, dove si trova la centralina.... incrocio le dita e temo che questa volta non passi. Mentre cerco di sbirciare, mi fanno calare una paratia da teatro, così nessuno può vedere cosa fanno alla Vespa, e pensare che le volte precedenti ero io a usarla e l' esaminatore, un' altro, si limitava a inserire i dati nel computer. Fuori parlo con altri, che, in attesa di revisionare auto e camion, si stupiscono e mi domandavano come mai debba revisionare una Vespa, nessuno sapeva che moto e ciclomotori dovessero sottostare a questa assurdità, e mi chiedono consigli per i loro ciclomotori. Dopo 10 minuti il "simpatico" esaminatore esce in sella alla Vespa e mi dice: "Passi in ufficio". Entro titubante, l' impiegato gentile mi sorride, attacca l' adesivo sul vecchio libretto, e ..TUTTO OK!!!! Appena fuori con una chiave che avevo in tasca, tolgo "l' uovo di Colombo" in meno di un minuto e riprendo a volare!!!!! (non chiedetemi quale sia l' uovo, lo dico solo agli iscritti alla mailing list del sito) E dopo la terza revisione .....veniamo all' altro motivo della mia euforia Vespistica, Un amico mi aveva condotto giorni fa da un meccanico, aveva una Vespa che voleva dare al ferrovecchio (criminale!!!!!), a meno che qualcuno la portasse via.... Indovinate chi la porta via? Svuoto tutto il retro della station wagon, e con l' aiuto di due persone ci infilo sdraiata la Vespa numero 6!!! Appena a casa apro lo sportello del cofano, ci trovo di tutto, medicine per maiali (ecco il motivo dei cerchi corrosi tanto da dover essere sostituiti), bulloni, candele, e sotto tutto, completamente a bagno maria (aveva grandinato) IL LIBRETTO!!! La vespa, una VNB primissimi anni 60, bisognosa di cure e futuro restauro, se non altro adesso, lavata e ripulita, ha trovato un tetto sotto il quale dormire, nell' attesa che io trovi il tempo per dedicarmici, e il suo vecchio proprietario, probabilmente dal cielo, sarà felice di vedere che qualcuno l' abbia sottratta dalle malefiche presse, per tornare prima o poi a guardare ancora in giro sulle strade, col suo bel fumo bluastro e il rombo gentile, proprio come nei mitici anni sessanta.

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21° pensiero al vento

Quando devo rinnovare questo spazio, dove lascio trasparire emozioni, sfoghi e quant' altro ho in mente, sono solito prendere una delle mie Vespe e lanciarmi in una corsa o percorrere lentamente stradine poco frequentate, oggi ho fatto entrambe le cose. Ho lanciato il"cinquantino" di turno ai (non si può dire), vedevo tanto fumo blu dallo specchietto, che serve anche come prevenzione da "indesiderati inseguitori". Questo mi ha riportato indietro di anni, quando col motorino, ci pavoneggiavamo, con elaborazioni vistose e chi aveva l' espansione più rumorosa era invidiato da tutti, niente casco e i capelli allora li portavo lunghi, così il vento li accarezzava, pettinandoli indietro. Ti do' la seconda, ...io in terza faccio i 90... e stammi dietro se sei capace... queste erano le frasi ricorrenti tra noi, poi le impennate nella piazza affollata da noi e spettatori non sempre benevoli: ... Boia chi vende quei motorini (rigorosamente in dialetto) ... Allora ci si allontanava dal centro, destinazione la pista da cross, che curavamo noi, in un terreno "di nessuno" Io spesso ci andavo in Vespa, si facevo Vespacross... e non sfiguravo davanti alle moto più adatte, tanti commenti dei curiosi che altro non erano che i ragazzini che il motorino, non lo avevano ancora, se non nei loro sogni! Adesso, dove c' era la nostra pista ci sono orribili palazzi tutti uguali, nella piazza hanno messo barriere, aiuole, dobbiamo avere in testa il casco (uno dei motivi dei miei capelli cortissimi) in più le revisioni, i vigili e carabinieri molto meno propensi a chiudere un occhio (e un orecchio) le nuove Vespe non hanno più il cambio (ma cosa ci trovano????) Certo la Vespa regala sempre emozioni nuove e uniche, ma fa anche riemergere tanti ricordi..... Voglio fare ancora impennate, stordire i passanti con la mia marmitta.... Ridatemi i miei quttordicianni!!

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